L’itinerario spirituale di Maria /3

p. Armando Genovese msc

Maria dopo Gesù

L’ultima riflessione che ci siamo proposti di affrontare è quella sull’esistenza di Maria dopo Gesù. Anche su questo non abbiamo grandi notizie, però una cosa possiamo ipotizzarla con una certa sicurezza: che quando Gesù ritornò al Padre Maria doveva avere circa 50 anni. Era dunque ancora relativamente giovane, e potrebbe aver vissuto ancora a lungo, a meno che la nostalgia del Figlio non l’abbia presa. Che cosa sarà successo in questo tempo?
Esteriormente non deve essere successo niente di particolare, altrimenti le fonti l’avrebbero riportato. Sulla sua vita si stende il silenzio, e silenzio non significa niente, o mancanza di significato, bensì una dimensione assai profonda in cui tutto acquista significato. L’evento di Pentecoste deve essere stato qualcosa di straordinario, per gli Apostoli e ancor più per Maria. Gesù, di fatto, non l’avevano capito fino in fondo, né in quello che era, né per quello che faceva. Ora lo possono capire perché vengono come rapiti nello stesso mistero. E si capisce perché Maria non abbia avuto questa luce prima: in fondo, se Maria avesse conosciuto il suo figlio pienamente come Figlio di Dio, così come l’avrebbe conosciuto dopo Pentecoste, avrebbe vissuto in una situazione insostenibile; difficilmente avrebbe sentito, nei suoi confronti, semplicità, familiarità, spontaneità.


Maria probabilmente è diventata un punto di riferimento per chi avesse voluto notizie precise su Gesù, e tutti l’avranno sentita come colei a cui fare riferimento perché, vivendo per tanto tempo con Gesù, doveva essere stata la prima ad essere redenta. Ma lei deve aver vissuto queste cose con quella semplicità e la meraviglia che hanno contraddistinto la sua esistenza.


Non abbiamo altri dati sulla vita di Maria dalla Scrittura. La Chiesa, in virtù del potere che ha di indagare nella tradizione, ha formulato nel 1950 il dogma secondo il quale Maria, alla fine della sua vita, è stata assunta in cielo. Che essa fosse ancora viva o già morta non si dice, ma questo del resto non è di grande rilevanza. Che cosa ci vuol dire questo ultimo avvenimento della vita di Maria? Potremmo evidenziare tre aspetti: anzitutto, che la salvezza operata da Cristo riguarda la persona intera, corpo e anima, non l’anima soltanto; poi, che Maria è una persona umana come noi, non una dea, non una pura anima. Se il dogma dice che è stata assunta, e lo dice in riferimento al corpo, allora questo umile corpo col quale viviamo, e tutte le vicende umili, banali, quotidiane, tutto questo verrà un giorno assorbito nella luce di Dio che trasforma queste cose, le migliora, le perfeziona.


Un’ultima riflessione sia consentita: quando consideriamo tutte queste cose abbiamo piccoli risentimenti: perché a Maria tutte queste cose? Maria preservata dal peccato… Maria assunta in cielo… Maria è stata dunque favorita nel senso delle nostre tanto disdicevoli raccomandazioni? Certo che no. Quel che viene dato a Maria è dato a Maria per noi. La salvezza doveva trovare un modo per realizzarsi ed, ecco, Maria è il modo migliore.
Ci resta un’ultima osservazione da fare, che abbiamo già accennata: Maria è una di noi. Non le sono stati fatti sconti sulla vita, sulle esperienze, sulla gioia, sul dolore. E la sua risposta è un dono d’amore, quell’amore al quale tutti noi siamo chiamati. Maria col suo amore indica l’amore del Figlio, e così facendo ci introduce nel cuore del mistero di Dio. Mai saremo abbastanza grati.

(Tratto da Annali di Nostra Signora del Sacro Cuore 147/2 [2019] 22)

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